Il Parlamento Europeo ha emesso un voto decisivo sulla nuova versione della direttiva Case Green, una mossa che ha suscitato sia speranze che preoccupazioni tra i piccoli proprietari immobiliari.
Sebbene il Consiglio europeo debba ancora ratificare la decisione, le implicazioni sono già chiare.
Le modifiche alla normativa
Una delle principali modifiche rispetto alla versione precedente della direttiva è la rimozione dell’obbligo di adeguare i singoli edifici, come inizialmente previsto. Questa decisione è stata accolta con un sospiro di sollievo da parte dei proprietari, ma le preoccupazioni persistono per gli obblighi stringenti rimasti per il 43% degli immobili meno efficienti.
Questi edifici dovranno essere riqualificati dal punto di vista energetico, una prospettiva che solleva interrogativi su come verranno affrontati gli incentivi fiscali e i contributi per i proprietari meno abbienti.
Il comunicato di UPPI Nazionale
Il Presidente Nazionale dell’UPPI, Fabio Pucci, ha sottolineato in un Comunicato ufficiale l’importanza di garantire incentivi fiscali adeguati per sostenere i proprietari nell’affrontare queste sfide.
Con oltre 12 milioni di edifici residenziali in Italia infatti, di cui circa il 43% necessita di interventi energetici, i costi associati a tali ristrutturazioni si stimano essere significativi. A livello europeo, si prevede che ogni Paese debba affrontare un costo complessivo di 152 miliardi di euro, senza alcun aiuto comunitario.
Sebbene la direttiva abbia obiettivi progressivi ambiziosi, tra cui la riduzione del 16% delle emissioni entro il 2030 e il raggiungimento del 100% di emissioni zero entro il 2050, i piccoli proprietari immobiliari temono che la realizzazione di tali obiettivi potrebbe gravare pesantemente sulle loro finanze.
Lo slittamento della scomparsa delle caldaie a gas al 2040 e l’abolizione dell’obbligo di installare pannelli solari su tutti gli edifici privati esistenti sono stati accolti con un misto di sollievo e cautela da parte dei proprietari.
Sebbene ci siano risultati positivi, come la possibilità di calcolare gli obiettivi energetici sul complesso delle emissioni anziché sul singolo edificio, resta il timore che gli oneri finanziari possano essere troppo gravosi per i piccoli proprietari.
UPPI come sempre rimane vigile e si impegna a garantire che vengano introdotti incentivi fiscali efficaci e adeguati per sostenere i suoi membri mentre affrontano le sfide della transizione verso edifici più sostenibili dal punto di vista energetico.