Il tanto atteso negoziato tra il Consiglio europeo e il Parlamento europeo, mediato dalla Commissione, sulla Direttiva UE “Case Green”, per il risparmio energetico negli edifici, ha recentemente attirato l’attenzione dei piccoli proprietari in tutta Europa.
Tuttavia, contrariamente alle aspettative, i risultati di questa riunione hanno mantenuto del tutto invariate alcune questioni chiave su cui grava tuttora molta incertezza.
Case Green: i termini per i miglioramenti energetici rimangono invariati
Una delle principali preoccupazioni dei proprietari immobiliari era il termine entro il quale dovrebbero essere effettuati gli interventi di miglioramento energetico negli edifici residenziali esistenti.
La direttiva stabilisce che entro il 2030, gli edifici residenziali esistenti dovrebbero raggiungere la classe E, mentre entro il 2033 dovrebbero raggiungere la classe D.
Queste scadenze non sono state posticipate e rappresentano una sfida particolare per i piccoli proprietari, che vista la situazione attuale temono l’impatto economico e le difficoltà nella realizzazione di questi miglioramenti.
Sanzioni per il mancato adeguamento ai requisiti energetici
Un’altra questione affrontata dal negoziato riguarda le sanzioni previste per coloro che non rispettano le nuove normative.
La direttiva Casa Green deve ancora definire in modo chiaro le sanzioni e le conseguenze per coloro che non si adeguano ai requisiti energetici. Questa incertezza, unita a quella sui termini di realizzazione, per ovvie ragioni è motivo di grande preoccupazione per i grandi e piccoli proprietari immobiliari.
Attestati di prestazione energetica per le Case Green
Anche la modalità di rilascio degli attestati di prestazione energetica è una questione importante che è rimasta in sospeso. La direttiva “Case Green” richiede che questi attestati siano uniformi in tutti i paesi dell’Unione Europea, garantendo una valutazione coerente delle prestazioni energetiche degli edifici.
Secondo i dati di Enea, il 60% degli edifici residenziali si trova attualmente nelle classi energetiche peggiori, F e G. Quando la direttiva entrerà in vigore, ogni alloggio residenziale dovrà soddisfare i nuovi requisiti energetici per essere venduto o affittato.
Ciò mette i piccoli proprietari di fronte a una decisione difficile: affrontare costose ristrutturazioni o rischiare una significativa riduzione del valore delle loro proprietà.
Soluzioni Possibili?
In Italia, dove l’80% delle persone è proprietaria della propria casa, questa situazione è particolarmente delicata. È fondamentale che le associazioni di categoria siano ascoltate durante il processo decisionale, al fine di evitare scelte che potrebbero avere un impatto negativo sull’economia e sull’ambiente.
Una possibile soluzione potrebbe essere un percorso assistito, che includa agevolazioni fiscali o contributi per i lavori di miglioramento energetico.
Tuttavia, è importante evitare un nuovo caos come quello verificatosi con il superbonus.
UPPI rimane impegnata nella difesa dei diritti dei piccoli proprietari e continuerà a partecipare attivamente al dibattito parlamentare al fine di trovare soluzioni equilibrate e sostenibili per tutti.
Per rimanere aggiornati su questa importante questione e sulle prossime evoluzioni, vi invitiamo a seguire il sito web di UPPI Padova.